Mercoledì è stata avviata in commissione giustizia la discussione sul testo di legge delega di iniziativa governativa, che ha l’obiettivo di intervenire in modo organico e puntuale sul funzionamento della giustizia civile, al fine di cercare soluzioni alle gravi patologie da cui è endemicamente afflitta, prima fra tutte l’eccessiva lunghezza dei processi. La seduta è stata introdotta dalla relazione del presidente della III sezione della corte di cassazione Berruti, che ha presieduto la commissione insediata presso il ministero che ha elaborato il progetto su cui saremo chiamati a legiferare. Un progetto certamente ambizioso, anche se condensato in un testo che individua in modo fin troppo generico principi e capisaldi della riforma, delegando in tal modo quasi integralmente al governo l’individuazione delle norme più puntuali, attraverso l’emanazione di appositi decreti legislativi.
Come non ho mancato di far notare intervenendo in commissione, credo che il nostro compito sarà invece quello di dare maggiore contenuto al testo proposto del governo, attraverso una più articolata previsione di norme di riforma che non lascino eccessiva discrezionalità all’esecutivo, in una materia tanto delicata e significativa. Ho altresì sottolineato che occorre intervenire con grande cautela quando si approccia il tema di una modifica delle regole del processo, perché l’esperienza ci insegna che quasi mai in passato ciò ha prodotto risultati significativi in termini di durata dei procedimenti, spesso anzi causando molteplici difficoltà interpretative che si sono risolte in ulteriori ostacoli sul buon funzionamento della macchina della giustizia civile, che forse ha più bisogno di una buona organizzazione che non di nuove regole.
Non vi è dubbio, in ogni caso, che questa proposta, opportunamente ritoccata e integrata, rappresenta davvero una grande occasione per affrontare alcuni nodi, e possibilmente scioglierli, sul funzionamento di uno dei servizi che, non mi stancherò mai di ripeterlo, rappresenta uno dei principali talloni d’Achille del nostro paese nel confronto con gli altri paesi occidentali. Dare efficienza alla giustizia civile, in particolare riducendo significativamente i tempi di risoluzione delle controversie, non solo può consentire ai cittadini di ritrovare fiducia nelle istituzioni, contribuendo a ridurre il clima di disaffezione oggi tanto diffuso, ma può aiutare in modo rilevante anche la ripresa economica, perché garantire in modo rapido e tempestivo il credito, scoraggiare i comportamenti opportunistici e parassitari, è l’unico modo per alimentare gli investimenti, anche stranieri, che oggi invece sono scoraggiati dall’eccessiva conflittualità e dagli estenuanti tempi dei processi.
Seguirò dunque con grande attenzione l’iter di questo provvedimento, e mi propongo di lavorare per renderlo il più possibile all’altezza dei propri ambiziosi obiettivi che, fin da quando si è insediato, questo governo e in particolare il presidente del consiglio hanno indicato tra quelli prioritari.