A spoglio non ancora concluso qualche considerazione sulle elezioni regionali è già possibile.
Certo, la cosa che più brucia è la sconfitta in Liguria, per molti aspetti inattesa. E non vi è dubbio che, contando i voti, la scissione a sinistra abbia pesato non poco nel risultato finale.
Ma sarebbe ben miope analisi se ci limitassimo a scaricare su Pastorino la colpa della sconfitta.
Se si allarga lo sguardo, le ragioni di preoccupazione sono ben di più.
Intanto il continuo calo dei votanti, segnale di un malessere nei confronti della politica che non passa, e che ora sembra cominciare a colpire anche il bacino elettorale di centrosinistra.
Poi la continua crescita della destra populista di Salvini, che ha doppiato i consensi di Forza Italia, e insieme la tenuta di un altro partito anti sistema, il movimento 5 stelle, che invece di sgretolarsi sembra consolidare la sua presenza.
Ma se guardiamo al partito democratico, anche al netto dei pasticci locali che hanno portato alla candidatura di Pastorino, ciò che più allarma è il calo di consensi, l’evidente riflusso dopo l’avanzata impetuosa delle europee, il ritorno a percentuali più tradizionali e modeste, in particolare al nord (il Veneto fa impressione!). Quasi che la spinta di Renzi non fosse arrivata ai livelli periferici, o si stesse pericolosamente esaurendo.
Questa è la vera spia di allarme di queste elezioni.
Alla quale si deve reagire facendo ciò che non si è fatto finora.
Accanto all’incessante azione riformista del governo, che deve proseguire con serietà e senza interruzioni, occorre cioè consolidare un progetto e un pensiero politico dentro il partito, attorno al quale fare crescere un consenso, e una classe dirigente, solidi e non improvvisati.
Se vogliamo in altre parole che la profonda innovazione portata da Renzi non sia temporanea, occorre consolidare una nuova cultura politica, dare prospettiva e profondità di visione, non accontentarsi di affrontare le emergenze e le necessità impellenti ma guardare ben oltre l’orizzonte visibile.
Anche con un’attenzione diversa al partito, alla sua organizzazione, alla sua presenza dentro la società, alla qualità e autorevolezza dei suoi esponenti.
Ci vuole un partito vero, radicato e pensante che accompagni il processo di innovazione in atto, altrimenti questa stagione rischia di rivelarsi effimera.