È stata una bella occasione, quella che abbiamo avuto oggi in commissione giustizia, di poter ascoltare il ministro sugli esiti degli stati generali dell’esecuzione penale, una grande consultazione che ha coinvolto oltre 200 esperti, studiosi, professionisti, magistrati, suddivisi in 14 tavoli tematici, che si sono confrontati sul tema di come rendere più efficace, effettiva e davvero rieducativa la sanzione penale.Una consultazione fortemente voluta dal ministro, sulla base della consapevolezza che l’ultima grande riforma in materia risale alle legge Gozzini del 1975, e che dunque sono più di quarant’anni che il nostro sistema è sostanzialmente uguale.
Un sistema carcerocentrico, basato sulla pena detentiva, con una esecuzione fondata sulla sostanziale passività del detenuto, che pur stanziando per l’esecuzione della pena una cifra enorme ogni anno, circa 3 miliardi, ha uno dei tassi di recidiva più elevati.
E dunque un sistema che non garantisce più gli obiettivi di sicurezza e di rieducazione che gli sono propri, e che necessita e merita una riforma organica, sulla base di linee guida che sono emerse nel corso dell’adozione: un ventaglio di sanzioni più variegato e differenziato, con nuovi modelli di pena riparativa, percorsi effettivi di reinserimento dei detenuti, meccanismi premiali basati su una loro responsabilizzazione, riequilibrio tra sanzione detentiva e forme alternative.
Un grande lavoro, quello emerso dai tavoli tematici (reperibile sul sito del ministero della giustizia) che forse non troverà concreta attuazione in questa legislatura, ma che costituirà una fonte preziosa e ineludibile per la politica che in un futuro si spera il più prossimo possibile vorrà affrontare il tema
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