La cosa che più stupisce nella scomposta richiesta di dimissioni del ministro Boschi, è che del motivo invocato ed evocato, il conflitto di interessi, non vi è alcuna traccia.Per dire meglio, il motivo è evocato, ma se poi si cerca di capire in che cosa consisterebbe il conflitto di interessi, ebbene tutto evapora e svanisce.
Perché dovrebbe essere chiaro a tutti, anche a chi, dall’esterno, pretende di fare il moralizzatore che, per essere minimamente seri e credibili, bisognerebbe spiegare quale interesse personale del ministro Boschi sia entrato in conflitto con quello pubblico, nella vicenda della banca Etruria.
Ma chi si dia la briga di leggere gli articoli della stampa ostile al governo, compreso quello davvero miserino di Roberto Saviano, o le mozioni di sfiducia presentate, non troverà alcuna ipotesi, nulla, all’infuori della circostanza che uno degli amministratori della banca commissariata e poi salvata era suo papà.
Un amministratore che venne revocato quando la banca fu commissariata, mesi fa, e che fu allora sanzionato da Banca d’Italia come previsto dalla legge in quei casi.
Così che, in realtà, e come si può facilmente leggere tra le righe dei grandi censori, la vera colpa del ministro Boschi, per cui dovrebbe dimettersi dal suo incarico, sarebbe quella di essere figlia di suo padre.
Una colpa, quella di essere figli dei propri padri, dalla quale ho l’impressione sia complicato per chiunque scagionarsi.
Non è difficile trarre la conclusione di questa vicenda.
Che costituisce niente altro che il tentativo di colpire, attraverso una delle sue figure politiche più esposte e visibili, il governo e il suo presidente del consiglio, con una tecnica collaudata: il polverone mediatico, l’utilizzo spregiudicato di fatti di cronaca per gettare un po’ di fango nel ventilatore, e tentare quanto meno di sporcare l’immagine personale del nemico di turno.
Tecnica tipica di una politica e di una opposizione modesta e mediocre, che si accontenta di colpire le persone, perché incapace di incalzare sul merito.
Con serenità e convinzione, dunque, respingeremo la richiesta di dimissioni del ministro Boschi, riconfermandole la nostra piena fiducia.