Dunque alla fine, contrariamente agli auspici di molti, quorum ego, il governo ha deciso di porre la fiducia sulla legge elettorale. Il che significa che il testo verrà votato così com’è, senza discussione di emendamenti, e mettendo in gioco il governo.
È una forzatura? Difficile negarlo, trattandosi di una materia delicata come la legge elettorale, che avrebbe consigliato di consentire una discussione in aula.
Era evitabile? Forse si, ma a prezzo di rischi altissimi.
La scelta di Forza Italia di chiedere il voto segreto sugli emendamenti avrebbe obbligato a votare circa 80 volte al buio, con pericolo di imboscate dietro l’angolo, in particolare sugli emendamenti volti a introdurre l’apparentamento prima del ballottaggio, su cui si sarebbero saldate opposizioni, partiti minori anche di maggioranza, e certamente una parte della minoranza interna al Pd.
Ricordo a tutti che il ritorno al senato della legge, inevitabile ove fosse stato approvato anche un solo emendamento, avrebbe significato il suo impaludamento, forse definitivo, dati i numeri traballanti del senato.
E la mancata approvazione di una nuova legge elettorale non sarebbe un schiaffo a Renzi. Nossignori, sarebbe un colpo mortale a questa legislatura, che esiste e resiste solo se adempie al suo compito, di tentare di portare in fondo le riforme di sistema attese dal paese.
Sarebbe il sostanziale fallimento anche di questo estremo tentativo della classe politica di essere all’altezza del suo compito.
Sarebbe un salto nel buio.
Allora si, la fiducia è una forzatura.
Ma data la posta in gioco, dati i rischi che non riguardano Renzi ma il futuro del paese, considerato che la legge elettorale che approviamo è un grande passo in avanti, per le ragioni che ho già ampiamente spiegato: dato tutto questo, la fiducia è probabilmente il male minore.