Il nostro è un paese fondamentalmente gerontocratico.
Lo è nei fatti, dal punto di vista demografico, avendo una delle popolazioni più anziane del pianeta, lo è nei ruoli chiave, che sono quasi sempre presidiati da persone over 50, lo è nelle politiche, sempre orientate alla salvaguardia di pensionati e inclusi, più che alla promozione di giovani ed esclusi.
Per questo sono da salutare con grande soddisfazione, a mio avviso, provvedimenti che vanno in una direzione diversa, e segnalano una rinnovata attenzione alla condizione dei minori nel nostro paese.
In questi giorni abbiamo approvato due testi di legge che, sotto profili molto diversi tra loro, rappresentano un deciso passo in avanti nella tutela dei minori.
In prima lettura abbiamo approvato la nuova legge sull’acquisto della cittadinanza italiana per i minori.
Una legge attesa, che innova profondamente una materia nella quale il nostro paese ha una legislazione antiquata e arretrata, e rivolta ai figli di quegli immigrati, nati e cresciuti in Italia, italiani a tutti gli effetti, tranne che formalmente.
La nuova disciplina introduce nuovi criteri per diventare italiani, quali lo ius soli temperato, ovvero la nascita in territorio italiano da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso per soggiornanti di lungo periodo, e lo ius culturae, che consiste nell’aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici.
In seconda lettura, e dunque in via definitiva, abbiamo poi approvato una attesa riforma dell’istituto dell’affidamento, che consente alle famiglie affidatarie, allorché il minore affidato abbia i requisiti, di concorrere con una sorta di privilegio su altre famiglie alla sua adozione, in modo da garantire la continuità affettiva del minore.
Due leggi importanti e significative, cui deve aggiungersi l’intenzione apertis verbis annunciata dal governo di intervenire in modo deciso, con la prossima finanziaria, per contrastare uno dei fenomeni più drammatici e pericolosi con i quali il nostro paese deve oggi fare i conti, la povertà minorile, quella povertà che priva i giovani, e il nostro paese, del diritto al futuro.
Politiche per i giovani e i minori, finalmente.