Si stanno approssimando, in commissione giustizia, due rilevanti provvedimenti che ci vedranno impegnati nelle prossime settimane, e sui quali mi impegnerò personalmente in modo assai intenso.Si tratta della riforma del processo civile, e di quella delle procedure concorsuali.
La prima è già incardinata da tempo in commissione, ed è ora il tempo del deposito di emendamenti finalizzati a giungere a un testo da portare in aula.
Si tratta di una legge delega, con la quale si incarica il governo di emanare norme di dettaglio, una tecnica normativa già utilizzata per molte delle riforme approvate in questa legislatura, dal jobs act alla riforma della p.a..
Come evidente la materia è estremamente delicata e rilevante, andando a toccare il funzionamento della procedura civile, e io stesso ammetto di essere molto cauto, poiché sono convinto che il problema della giustizia civile sia più di natura organizzativa e di allocazione delle risorse, che non di funzionamento dei meccanismi processuali, ed anzi il continuo intervento sulle norme del processo produce più incertezza e difficoltà che benefici.
Tuttavia l’occasione può anche prestarsi per alcune modifiche utili, come la sfoltimento e l’unificazione dei troppi riti oggi presenti nell’ordinamento, che potrebbe assicurare maggiore semplicità al sistema.
In questa direzione intendo portare il mio contributo, in una materia che, per mestiere, conosco assai bene.
A gennaio è invece previsto l’arrivo di un altro disegno di legge delega, quello sui fallimenti, figlio di un testo di riforma assai ambizioso proposto da una commissione ministeriale presieduta dal magistrato di cassazione Rordorf.
La proposta dovrebbe assorbire un altro progetto di legge, già incardinato in commissione, quello sulla riforma dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, del quale sono stato nominato relatore dalla presidente della commissione giustizia.
Anche in questo caso, la materia è davvero rilevante, avendo riguardo alla questione centrale della tutela del credito nonché della continuità aziendale delle imprese in difficoltà.
E l’idea di riforma è davvero ambiziosa, poiché intende modificare nel profondo un impianto normativo che, nei suoi fondamenti, risale al 1942.
Questi saranno i due fronti che assorbiranno la mia attività legislativa nel prossimo futuro, e sui quali tenterò di portare un mio personale contributo tecnico.
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