Vi ricordate il più celebre discorso di Bob Kennedy? Quello nel quale diceva che il prodotto interno lordo, il Pil, misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta?

Vi era, dentro quello straordinario ed appassionato ragionamento, la denuncia di una politica che, allora come oggi, è troppo legata ad obiettivi di natura macro economica, e sovente trascura invece parametri e indicatori che misurano la qualità della vita delle persone.

Quando questo accade, quando cioè la politica pretende di essere misurata su criteri di natura puramente economica, si rischia di perdere di vista l’obiettivo vero cui essa dovrebbe tendere, che è né più né meno che la giustizia, e la possibilità di una vita decorosa e dignitosa, all’insegna di rapporti umani e solidali diffusi.

E non semplicemente un punto di pil.

Ora, ricordo questo discorso, e il suo significato, perché c’è una piccola novità, nel documento di economia e finanza (def) che oggi abbiamo approvato alla camera, cioè nel principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio del nostro paese.

E quella piccola novità, naturalmente ignorata da quasi tutti i mass media, ma anche da molti di noi, è rappresentata proprio dall’inserimento in via sperimentale nel Def 2017, in attesa di farlo diventare un vero e proprio indicatore nei prossimi strumenti, del Bes, acronimo che sta per benessere equo e sostenibile.

Si tratta di un set di indicatori, sviluppato da ISTAT e Cnel, per valutare il progresso della società non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale ed ambientale, corredato da misure relative a disuguaglianza e sostenibilità.

In attesa che questo set di indicatori sia definitivamente messo a punto dalla commissione che se ne sta occupando, il governo ha deciso di introdurre alcuni parametri costituti dal reddito medio disponibile, da un indice di disuguaglianza del reddito, dal tasso di mancata partecipazione al lavoro, e dall’indicatore di emissioni di co2.

Per ciascuno dei quattro indicatori viene fornito uno scenario tendenziale a politiche vigenti, e uno programmatico che ingloba le politiche contenute nel def.

Proprio come si fa con gli indicatori economici.

È un piccolo ma significativo passo nella giusta direzione.

Perché se ci abitueremo a misurare la politica anche da questi risultati, allora la politica si abituerà a metterli, molto più di quanto non faccia finora, in cima alle proprie priorità.

Proprio come suggeriva in quel meraviglioso discorso di quasi cinquant’anni fa Bob Kennedy.