Prima dell’estate, nel corso di un incontro con il nostro gruppo parlamentare, il Premier Letta ci mise a parte delle prospettive che lui intravedeva per il nostro paese. Ci disse che eravamo e siamo ancora in salita, con risorse scarse e la coperta stretta, ma che entro la fine dell’anno probabilmente avremmo scollinato, ci sarebbe stata una inversione di tendenza nella crisi economica in atto, e se fossimo stati bravi l’anno prossimo avremmo finalmente raccolto i frutti dei sacrifici, con nuove ingenti risorse liberate dall’abbassamento progressivo dei tassi di interesse sul nostro enorme debito pubblico, risorse da destinare allo sviluppo.

Io credo che quella prospettiva così disegnata fosse tutt’altro che irragionevole, e i segnali mi sembrano confermarlo.

Ieri mi è stata inviata dall’Associazione Industriale Bresciana l’indagine congiunturale del centro studi sull’andamento della produzione a luglio. Ne riporto i dati più salienti e significativi.

Si legge che l’attività economica delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato nel mese di luglio un deciso incremento, in coerenza con la rinnovata vitalità registrata a livello nazionale, come certificato dall’indice PMI manifatturiero italiano, a luglio in area espansione per la prima volta da oltre due anni, e ai livelli massimi da maggio 2011.

L’attività è aumentata in tutti i settori, con l’esclusione dell’abbigliamento, e in tutte le classi dimensionali salvo che per le microimprese, e le vendite hanno evidenziato una crescita sia sui mercati domestici che in quelli stranieri. Si aggiunge peraltro che le aspettative delle imprese nel breve periodo non sono positive, in ragione delle incertezze relative all’entità e alla durata dell’attuale fase di stabilizzazione delle attività.

Mi pare che da ciò si possano trarre alcune indicazioni.

La prima è che nel settore della manifattura, vale a dire la spina dorsale, l’asse portante del nostro sistema economico, gli spiragli di una inversione di tendenza sono certificati da numeri confortanti.

La seconda è che nonostante questo, nonostante si sia registrato nel corso dell’estate il segnale di un cambiamento positivo che tutti gli imprenditori hanno potuto constatare, le incertezze dovute alla fase economica in atto, e alla condizione di perenne instabilità politica che contraddistingue il nostro sistema istituzionale, non consentono ancora di consolidare la fiducia negli operatori.

La terza è che solo tentando di alimentare questi piccoli germogli di ripresa, solo cercando di accelerare questa traiettoria imboccata, si può sperare di fare partire un circuito positivo, che consenta di fare riprendere l’occupazione, e così i consumi interni, e per questa via un nuovo dinamismo dell’intero sistema economico.

Siamo allora davvero alla vigilia della possibile uscita dalla crisi, come ipotizzava Letta solo pochi mesi fa, ciò che consentirebbe di spazzare via le prospettive più infauste sulle quali hanno prosperato i profeti di sventura, che ancora oggi puntano sul ‘tanto peggio tanto meglio’ nella speranza di prendersi le macerie del paese.

Ma dobbiamo esserne consapevoli, dobbiamo avere un sussulto di dignità e responsabilità, dobbiamo mantenere con serietà il timone del paese per evitare di sbandare ed abbandonare la strada intrapresa.

E’ avvilente dovere constatare che invece di ragionare di questo, il dibattito politico sia ripiegato sulle date del congresso del PD, e sulle prospettive di decadenza di Berlusconi.