No, non sto parlando di quella italiana. Ma di quella inglese.Ricapitoliamo.
David Cameron, per vincere le resistenze degli euroscettici del suo partito e così aver più chance di vincere le scorse elezioni, in campagna elettorale promette che se vince indirà un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nella UE. Azzarda pur di vincere.
Uno dei suoi più fedeli alleati, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, gli volta però inopinatamente le spalle, per dargli un colpo ed ereditare la leadership dei conservatori, e assume la guida del fronte pro exit.
Vinto il referendum, ed è notizia di queste ore, il ministro della giustizia ed alleato di Johnson, Gove, annuncia a sorpresa che si candiderà lui a leader dei conservatori, tradendo il suo vecchio amico, costretto al ritiro.
Nel frattempo, il leader dei laburisti Corbyn, pensa bene di non esporsi troppo sul referendum perché, tutto sommato, se vince il fronte pro exit ciò segnerà la fine politica di Cameron, e questo prevale su tutto.
Il risultato è il disastro in cui è precipitata la Gran Bretagna.
Quando il cinismo e le convenienza di parte prevalgono sugli interessi del paese.
Una lezione da tenere bene a mente.