Martedì sera in Commissione Giustizia e’ stato esaminato il progetto di legge destinato ad andare in Aula la settimana prossima su messa alla prova, detenzione domiciliare, e processo agli irreperibili.

Si tratta di una proposta che ha ricevuto il plauso unanime di avvocatura, magistratura giudicante e di sorveglianza, dottrina, come si è avuto modo di verificare tramite numerose audizioni nelle settimane scorse, e che è volto ad introdurre nell’ordinamento penale alcuni nuovi strumenti volti a deflazionare i procedimenti, a dare ulteriori possibilità di sanzioni alle corti, a rendere meno inevitabile il ricorso alla carcerazione.

In particolare, la detenzione domiciliare consente al giudice, ovviamente quando lo ritenga utile od opportuno, di sanzionare il reo con la pena della detenzione domiciliare in luogo di quella carceraria, nei reati puniti con pena massima edittale fino a sei anni.

La messa alla prova, invece, consente al reo di chiedere, ad inizio processo, di svolgere lavori di pubblica utilità o di utilità sociale, al termine dei quali, in caso di esito positivo della prova, il reato e il processo si estinguono. Anche qui il limite e’ quello dei reati puniti con pena massima edittale fino a sei anni.

Si tratta di provvedimenti ispirati a principi di civiltà giuridica unanimemente apprezzati e largamente applicati negli altri ordinamenti democratici.

In sede di commissione la Lega, come era prevedibile, ha fatto ostruzionismo, presentando centinaia di emendamenti per rallentare i lavori, che infatti si sono conclusi alle due di notte.

Meno prevedibile, ma credo estremamente significativa sul piano politico, la scelta del M5S di allinearsi alla posizione della Lega sull’opposizione al provvedimento, e in ragione delle stesse motivazioni, vale a dire per ragioni legate alla sicurezza e alla legalità, a loro dire pregiudicate dal provvedimento.

Motivi privi di fondamento, trattandosi di istituti come detto largamente diffusi in tutti gli ordinamenti democratici, idonei a meglio graduare le sanzioni in relazione ai fatti commessi, a meglio garantire la funzione riabilitativa della pena, a deflazionare i tribunali, ma che rivelano la ispirazione largamente populista e demagogica del M5S, incapace di affrancarsi dalla comoda posizione securitaria tipica di tutti i populismi, e che oltretutto smaschera la reale cultura politica del M5S, solo per un abbaglio da taluni ritenuta accostabile a quella della sinistra riformista.