Che significato può avere esporre la bandiera italiana il 24 maggio?

C’è qualcosa da celebrare nel centenario della dichiarazione di guerra all’Austria, nel momento in cui l’Italia decise di partecipare ad un conflitto che dilaniò l’Europa, a quella che Papa Benedetto XV definì “l’inutile strage”?

È vero che allora la guerra venne giustificata, e vissuta da molti, come l’occasione per completare l’opera risorgimentale, per liberare le ultime terre irredente.

Ma oggi, a cento anni di distanza, sapendo ciò che costò in termini di vite umane all’Italia e all’Europa quel rovinoso conflitto, sapendo che sulle sue macerie sorsero fascismo e nazismo, non mi pare vi sia molto da celebrare o da festeggiare.

Allora esporre la bandiera in questa data non può e non deve certo significare l’intento di ridestare un sentimento di orgoglio larvatamente nazionalistico, ma costituisce il riconoscimento della partecipazione dell’intero paese al ricordo di un momento tragico, e comunque decisivo, della nostra storia.

Ed è bene che accanto alla bandiera italiana sia stata issata anche quella europea, a testimoniare i valori di unità e pace che da settant’anni animano il nostro continente, e che valgono tanto di più dei nazionalismi che la incendiarono un secolo fa.