Il rientro dopo la breve pausa natalizia, pur in un momento politico di grande incertezza, è stato all’insegna di una attività, almeno per quanto mi riguarda, intensa e rilevante.

Il ministro Orlando ha infatti deciso di dare una accelerata al progetto di legge, di cui sono relatore insieme al collega Ermini, sulla riforma delle procedure concorsuali, che dovrebbe andare in aula entro fine mese.

La pausa nei lavori è stata così per me l’occasione di studiare e approfondire gli emendamenti (oltre un centinaio) presentati prima di Natale, e di verificare quali altre modifiche introdurre, anche alla luce delle numerose audizioni fatte dalla commissione nei mesi precedenti.

Lunedì, prima della ripresa dei lavori d’aula che sono iniziati il giorno dopo, ho partecipato ad un incontro, insieme con la presidente della commissione, i rappresentanti dell’ufficio legislativo del ministero, funzionari della commissione e il sottosegretario, al fine di iniziare il lavoro di verifica e di valutazione degli emendamenti e delle ulteriori ipotesi di modifica del testo in esame.

Un lavoro che è proseguito durante la settimana, e ancora non si è esaurito, ancorché sulla gran parte delle proposte siano già stati dati i pareri, sia da noi relatori sia dal governo.

È questa una fase delicata del procedimento legislativo, poiché si devono comporre, dentro norme di legge, visioni, ipotesi e proposte contenute negli emendamenti che a volte sono confliggenti, contengono interessi anche di categoria e settoriali che chiedono attenta considerazione, riflettono sensibilità personali o politiche diverse.

Il ruolo del relatore, in questa fase, è di cercare di farsi carico di questa complessità, aiutando se possibile a trovare una sintesi, ruolo che è un po’ più rilevante ed efficace quando si conosce la materia, e anche se si possiede un po’ di sensibilità giuridica.

In ogni caso, l’ultima parola spetta sempre al governo: ed è per questo che non sempre le proposte o i suggerimenti dei relatori sono accolte, e a volte occorre accettare soluzioni che magari non si condividono fino in fondo.

Ad ogni modo, si tratta di un lavoro tecnico complesso ma certamente affascinante, ed è bello poterlo fare su una proposta di legge così delicata e importante per il buon funzionamento dell’economia come quella che mi è stata affidata. 

Ovviamente ne riparleremo strada facendo.