La foto di Aylan riverso faccia in giù sulla sabbia di una spiaggia, del bimbo siriano in fuga con i genitori dalla guerra e giunto cadavere sulle coste dell’Europa, a dispetto dei cinici di ogni latitudine ha prodotto un effetto enorme.
Ha smosso le coscienze di un continente distratto e impaurito, e ha obbligato la politica a fare i conti seriamente con l’imponente fenomeno migratorio cui ha assistito fino ad oggi in modo colpevolmente inadeguato.
Le carovane di automobili private che dall’Austria e dalla Germania si sono precipitate in Ungheria per caricare le famiglie in fuga, e ancora le immagini, incredibili e inimmaginabili fino a una settimana fa, degli applausi della folla nelle stazioni dei treni tedesche al passaggio dei migranti appena arrivati, tutto ciò testimonia di un improvviso cambio di rotta, di un cambiamento nel vento, di uno spostamento dell’inerzia delle cose, di un mutamento significativo dello spirito del tempo.
La potenza di una immagine scioccante ha scosso le coscienze più dei numeri dei morti e dispersi dei mesi scorsi, più dell’ecatombe di cui il mediterraneo, e il nostro paese, sono stati sgomenti e spesso impotenti testimoni in questi ultimi anni.E finalmente la politica ha battuto un colpo, e forse ha contribuito anche alla nuova stagione.
L’unico leader europeo che, sia pure in ritardo, non ha balbettato, è riuscita a dire parole chiare e univoche, a trasformare l’emozione in conseguenti atti politici è stata Angela Merkel, che ha avuto il coraggio di affermare che il suo paese, la Germania, è abbastanza forte economicamente e solido nei valori da poter accogliere tutti i siriani in fuga che lo desiderino.
E che ora sta dando seguito a quelle parole con impegni finanziari seri.
Non credo che quelle parole siano state estranee all’esplosione di solidarietà da parte dei tedeschi che oggi vediamo nelle immagini dei telegiornali.
Parole pronunciate dalla leader del paese economicamente più florido del continente, che oggi ha dimostrato di aver anche la statura per esserne leader morale.
E parole pronunciate dal segretario della Cdu, cioè del più grande partito di centrodestra europeo, che ha mostrato, oggi nella crisi dei migranti, ma anche ieri nella crisi greca, che la vera politica oggi, di destra e di sinistra, si misura sulla capacità di sfidare i populismi di ogni sorta.