Lo dico da fuori, senza alcuna particolare conoscenza diretta.Ma le primarie per la scelta del candidato sindaco di Milano, a me pare rappresentino una dimostrazione della qualità, della forza, della solidità del modello partecipativo che il partito democratico ha portato nel nostro paese.

Mentre le altre forze politiche annaspano, non sanno su chi puntare, e dunque il centrodestra rimane alla finestra in attesa dei risultati, e il M5S fa i conti con la povertà della propria classe dirigente, il centrosinistra offre alla città di Milano la possibilità di scegliere, di decidere, tra candidature di qualità, vere, tutte connotate da innegabili punti di forza, un ventaglio di personalità che si sfidano in maniera trasparente, e si affidano alla decisione e alla scelta dei cittadini milanesi. Senza giochini, senza ipoteche, senza finzioni.

Una prova di vitalità di uno strumento, quello delle primarie, che non sempre ha dato buona prova di se, ma che se utilizzato correttamente, se gestito con regole chiare e rigorose, costituisce un modello oggi non più eludibile per consentire il corretto raccordo tra partiti e società, tra politica e opinione pubblica.

E non scordo mai, a questo proposito, che se oggi il paese ha una vera chance di uscire dal declino, se oggi, a tre anni da una crisi politica, economica e istituzionale che aveva precipitato l’Italia sull’orlo di un baratro oscuro, siamo in condizione di fare riforme che apparivano in quel momento insperate, ebbene tutto questo è reso possibile da primarie che hanno portato alla guida del partito democratico un leader che senza quel grande voto popolare non ci sarebbe mai arrivato.

A mio modo di vedere, una conferma dell’intuizione del partito democratico, del significato che la nascita di questo grande partito popolare ha rappresentato per la storia del paese, del suo ruolo guida nello sviluppo della nostra democrazia.