Oggi è la giornata della memoria. Il 27 gennaio di 71 anni fa l’esercito russo arrivava al campo di concentramento di Auschwitz. E il mondo prendeva coscienza degli abissi cui il totalitarismo nazista aveva condotto l’umanità.
Voglio ricordarla, questa data, come già feci l’anno scorso, dando voce ad una delle 6 milioni di vittime.
Con una piccola poesiola scritta da un bambino ebreo, Peter, prigioniero del ghetto di Terezin, e li ucciso dai nazisti.
Su un acceso rosso tramonto
sotto gli ippocastani fioriti
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri, i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
È il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.