Stamattina c’è stata la prima riunione del gruppo parlamentare alla presenza del segretario per ragionare della scelta del presidente della Repubblica, che da giovedì pomeriggio vedrà impegnato il parlamento in seduta comune. Dopo l’apertura di Renzi, sono intervenuto per primo, a portare una riflessione frutto di qualche discussione e confronto con altri colleghi del gruppo nei giorni scorsi. Ho sottolineato anzitutto che fondamentale, se vogliamo evitare gli errori della scorsa volta, è cercare la più larga condivisione del nostro partito, e del nostro gruppo, sul nome del candidato, perché l’unità interna, quella oggi possibile, è l’unico strumento che ci può consentire di vivere il voto segreto nella consapevolezza della responsabilità che ci riguarda, e non all’insegna della libertà totale e irresponsabile. Per ottenere questo risultato, ho ricordato che occorre intraprendere un metodo di confronto interno limpido e chiaro, tenendo aperti fino all’ultimo momento utile tutti i canali di comunicazione e interlocuzione tra le diverse anime e sensibilità del partito, percorrendo insieme la strada che ci porterà all’individuazione del nome. Ho poi aggiunto che nella individuazione della figura si deve obbedire a un certo strabismo, che tenga insieme una visione di breve periodo, ed una di lungo. È chiaro infatti che non si può prescindere, nella scelta della capo dello stato, dalla consapevolezza del momento delicato che oggi sta vivendo il paese, il che comporta la necessità che il nuovo presidente sia in grado di accompagnare la difficile strada delle riforme che questo parlamento ha intrapreso per uscire dalla crisi economica e sociale. Ma insieme a ciò si deve essere pienamente consapevoli della durata del mandato di un presidente, che travalica la nostra, quella di noi parlamentari, e che dunque rappresenta la continuità delle istituzioni. Anche e soprattutto nei momenti di crisi e difficoltà politica, come accaduto negli anni scorsi.
Ciò che impone la scelta di una figura dotata di autorevolezza, interna e internazionale, sensibilità politica, senso delle istituzioni, e capacità di freddezza, di reagire senza emotività alle situazioni difficili che possono profilarsi nella vita del paese. Tenendo insieme questo metodo e questi criteri, ho concluso, io credo saremo in grado di produrre un esito soddisfacente, non tanto e non solo per il partito democratico, ma soprattutto per il paese.
Il nuovo Presidente
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