Nel giorno delle sue dimissioni, che concludono 9 anni di presidenza, mi tornano in mente le parole che Napolitano pronunciò dinanzi alle camere riunite il 22 aprile del 2013, in occasione dell’insediamento per il suo secondo mandato. Un discorso che, per me, rappresenta ancora oggi un manifesto, un alto richiamo al significato e al senso della politica, della buona politica. Si era nell’epicentro della crisi istituzionale ed economica del paese, le camere appena insediate erano bloccate da un esito elettorale che aveva reso impossibile la formazione di una maggioranza politicamente omogenea, e si era reduci dal disastroso fallimento nella individuazione di un successore del presidente uscente. Il paese, attanagliato da una crisi economica senza precedenti, assisteva sgomento alle contorsioni di una politica incapace di trovare una via di uscita, costretta a supplicare il presidente uscente di rimanere al suo posto per un altro mandato, al fine di garantire una minima continuità istituzionale.
Ebbene, nel suo discorso di insediamento Napolitano richiamo’ le camere, ciascuno di noi parlamentari, ad esercitare in pieno la propria responsabilità nei confronti del paese, ad abbandonare ogni partigianeria o pregiudizio a difesa della propria bandiera, e a mettere in cima alle priorità l’interesse degli italiani. Ci ammoni’, il presidente, a guardare alle condizioni del paese, e ci ricordo’ che la politica è anzitutto la capacità di dare risposte ai problemi, per quanto complicati essi siano, non la mera testimonianza dei propri valori, e che tanto più il sentiero per lo scioglimento dei nodi è difficile ed erto, tanto più si deve esercitare la fantasia della politica, essa deve essere all’altezza del suo ruolo. Fu grazie a questa tenacia, a questo richiamo alla responsabilità nei confronti del paese, che il partito democratico abbandono’ la tentazione di tornare subito ad elezioni, con i rischi e le incognite che in quel momento ciò avrebbe comportato, e fu possibile iniziare un percorso assai complicato, ma che ha consentito di uscire da quella crisi istituzionale drammatica, di arginare le derive populiste, e di arrivare ad avere, oggi, un governo che sta perseguendo, con grande tenacia e costanza, le riforme di sistema che il paese attende da troppi anni.
In tutto ciò il ruolo di Napolitano non è stato solo importante, ma è stato decisivo. La sua sensibilità politica, la sua saggezza, la sua capacità di dare profondità di sguardo sono stati elementi insostituibili per avviare l’uscita dalla crisi, in un’epoca nella quale l’emotività, le pressioni mediatiche, la superficialità delle analisi rischiavano invece di trascinare il paese in una deriva pericolosa ed irreversibile. In questa vicenda si trovano dunque i caratteri che hanno contrassegnato gli anni di presidenza di Napolitano, vero punto di riferimento e di unità nei momenti di gravissima difficoltà politica ed Istituzionale vissuti dall’Italia in questi ultimi anni, artefice delle soluzioni politiche che hanno consentito di rimanere a galla nella tempesta. Per questo sono convinto che a lui il paese debba essere profondamente riconoscente.
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