Domenica si vota per la segreteria provinciale e per quella regionale del pd.

È l’avvio di un lungo percorso congressuale che ci porterà, nei primi mesi del prossimo anno, a scegliere il nuovo segretario nazionale.

Un percorso che si colloca in una fase particolarmente delicata della vita del nostro partito e del nostro paese, alle prese con un governo che in pochi mesi ha già dilapidato il trend di crescita economica inaugurato da qualche anno, e che ci sta mettendo in rotta di collisione con l’Europa.

Brescia, da questo punto di vista, è un’isola felice: la netta vittoria di DelBono alle elezioni amministrative in città, e poi quella di Alghisi in provincia, figlia delle tante amministrazioni governate dal pd, testimoniano di una presenza, di una vitalità, di una capacità del partito democratico bresciano di interpretare in modo efficace le istanze del territorio.

Per questo, come noto, io mi ero battuto per una soluzione unitaria per la scelta del nuovo segretario provinciale, che consentisse di valorizzare questo patrimonio politico costruito sui nostri territori in questi anni, a partire dalla città.

Ciò non è stato possibile, per tanti motivi che non credo sia il caso qui di ricordare.

Non è un dramma, tanto più che la competizione che si è innescata a me pare virtuosa: si sono candidati due bravi amministratori, Michele Zanardi e Patrizia Avanzini, che si sono affrontati in modo sereno, serio e costruttivo. Chiunque vinca, il partito cadrà in piedi.

Io sceglierò Patrizia Avanzini, cui mi lega una solida amicizia, e che credo abbia peculiari caratteristiche personali, e politiche, che farebbero molto bene al partito democratico bresciano.

Intanto per la sua biografia politica: Patrizia ha un profilo autonomo e indipendente, figlio del fatto che non ha appartenenze pregresse. Ha un forte orientamento alla concretezza, in quanto sindaco che ha governato, apprezzata, il suo comune per dieci anni. La sua candidatura è nata in modo molto spontaneo, e sono testimone del fatto che le sue iniziali titubanze sono state vinte da una forte spinta ricevuta da semplici iscritti, fuori da particolari filiere interne, che l’hanno conosciuta e apprezzata personalmente.

Già, perché Patrizia in questi ultimi anni non ha fatto solo il sindaco, ma si è data molto da fare, con generosità e impegno, anche per il partito provinciale, lavorando in segreteria e poi candidandosi con ottimi risultati alle elezioni regionali. Ciò le ha consentito di entrare in contatto con circoli, con militanti, con iscritti, che le hanno permesso di conoscere istanze, problemi, criticità del partito.

Una esperienza che oggi può mettere al servizio del pd provinciale.

E poi consentitemi, sarà una banalità per alcuni, ma per me no: Patrizia sarebbe la prima donna segretario del pd bresciano. Un bel segnale, una bella novità, un bel passo in avanti.

Mi auguro davvero raccolga molti consensi e, per quel che vale, il mio invito alle amiche e agli amici è di dare a lei la preferenza. 

Insieme al segretario provinciale si sceglierà anche quello regionale. 

In questo caso la platea dei chiamati al voto sarà più ampia, perché il nostro statuto prevede, per me in modo assai discutibile, che il segretario regionale sia eletto in primarie aperte anziché dai soli iscritti.

Qui la scelta, lo confesso, è per me un po’ più difficile, perché conosco, apprezzo e sono amico dei due candidati: Vinicio Peluffo e Eugenio Comincini. 

Penso abbiano entrambi le qualità per fare bene il segretario regionale, e tuttavia la mia consuetudine, la mia sintonia politica profonda, e anche quel pizzico di novità che la sua candidatura porta con se’ mi fa preferire Eugenio, bravissimo amministratore, bravissima persona, sotto molti aspetti la migliore garanzia di una segreteria innovativa, vivace e aperta.

Per questo mi permetto di suggerire di votare per lui, per Eugenio Comincini.