Ieri ho votato l’autorizzazione a procedere all’arresto di Galan. L’ho fatto fidandomi sostanzialmente delle valutazioni fatte dai miei colleghi nella giunta per le autorizzazioni, che mi hanno assicurato non vi fosse, nella richiesta, alcun intento persecutorio nei confronti dell’indagato.
Non ho invece condiviso la scelta precedente del mio gruppo, che ha negato la richiesta di rinvio presentata da Galan, il quale era in ospedale e chiedeva di essere sentito in aula prima del voto.
Mi è sembrata una decisione irragionevole, che ha finito per calpestare i più elementari principi di civiltà giuridica, che prevedono in qualunque procedimento di natura penale la possibilità per l’imputato di essere presente in aula e di essere ascoltato.
Per questo non ho votato come da indicazioni del gruppo, e mi sono astenuto.
Non mi è parsa in ogni caso, per questo aspetto, una buona pagina delle nostre istituzioni parlamentari.