Di Battista non è il primo a trovare giustificazioni nelle azioni di terroristi.
Succedeva anche negli anni 70, nell’epoca in cui il terrorismo politico insanguinò l’Italia, e una certa parte del paese, tra cui molta intellighenzia di sinistra, sosteneva di non stare né con lo stato né con le br.
Sosteneva cioè che vittime e carnefici erano sullo stesso piano, perché in fondo i magistrati, gli uomini delle forze dell’ordine, gli uomini politici che cadevano sotto il piombo dei terroristi erano colpevoli di reggere un sistema sbagliato e da cambiare, da abbattere. E dunque in qualche modo se lo meritavano anche.
Per chi ragionava in questo modo, Moro e Gallinari, la vittima inerme e colui che scarico la mitraglietta nel suo petto, erano due facce della stessa medaglia.
Non solo, ma la analisi politiche di quei giovani che allora imbracciarono le armi, erano caratterizzate dalla stessa superficialità, dalle stesse semplificazioni, che oggi sento sulle labbra di molti esponenti del movimento 5 stelle.
Allora erano gli stati imperialisti delle multinazionali, oggi è la cricca di Bilderberg. Analisi elementari, che ignorano la complessità della realtà, davvero stupide.
Ma pericolose, perché è su queste stupide semplificazioni che si basa la violenza politica.
Per questo le parole di Di Battista, che trova giustificazioni in chi si imbottisce di tritolo e si fa saltare in una metropolitana, sono davvero sconsolanti.
Di Battista, ovvero della stupidità.
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