I dati diffusi dall’osservatorio costituito dal comune per monitorare la presenza di cromo VI nell’acqua potabile di Brescia confermano purtroppo i timori che da tempo si erano diffusi in parte dell’opinione pubblica bresciana.
La presenza media, negli ultimi due anni, in molti pozzi, di valori superiori ai 10 microgrammi per litro – ciò che fa presumere picchi di concentrazione notevolmente superiori – testimonia infatti di una falda fortemente inquinata, e della conseguente necessità, secondo un elementare principio di precauzione, di adottare con urgenza le misure idonee a ripristinare una qualità dell’acqua accettabile.
Risulta confortante, in questo senso, l’impegno assunto da A2A di iniziare al più presto il trattamento dei pozzi più inquinati al fine di eliminare la presenza della sostanza, dal notorio effetto cancerogeno.
Ora più che mai occorre accelerare, e’ tempo che ai sospetti e alle preoccupazioni si sostituiscano certezze e tranquillità.
Per quanto mi riguarda, continuerò a tenere monitorata la situazione, e ad insistere affinché il ministero della salute adotti finalmente limiti di concentrazione del cromo VI coerenti e rassicuranti.
Cromo esavalente, occorre accelerare
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