È la domanda che mi faccio sentendo le polemiche di questi giorni.In una scuola del milanese si sarebbe motivato lo spostamento della festa di Natale a gennaio per non urtare la sensibilità degli studenti di altre religioni, e analoga motivazione parrebbe essere stata addotta in una scuola sarda per giustificare lo spostamento di un incontro col Vescovo locale dall’istituto, ove era originariamente previsto, ad una chiesa.

Non entro nel merito di queste vicende. Siccome mi fido fino a un certo punto dei resoconti mediatici, non so se i fatti sono realmente questi, e non mi sento di giudicare.

Ma il dibattito che ne è scaturito è l’occasione per mettere alcuni punti fermi.

Solo un malinteso e forzato laicismo può intendere che il messaggio cristiano possa essere offensivo per qualcuno.

Che paura può fare l’immagine di un uomo morente su un crocifisso? Chi può fraintendere il messaggio di amore universale e fratellanza portato da quell’uomo, non per caso considerato profeta anche da altre confessioni?

Si può credere o non credere, si può avere la fede in un dio diverso.

Ma quel messaggio resta un messaggio bello, positivo, inclusivo. Per tutti.