C’e un bel cielo blu notte, appena rischiarato dalla luce radente del crepuscolo. Sulla piazza che affaccia davanti alla Camera dei Deputati, affollata eppure silenziosa, circondata da palazzi illuminati di quel colore senape caldo e morbido, volteggiano alcuni gabbiani. Si sentono solo i loro strilli.

In quest’atmosfera, carica di pathos, la banda interforze schierata intona la marsigliese, e poi, in successione l’inno italiano e l’inno alla gioia.

L’emozione dei giorni di angoscia e sconcerto vissuti dopo gli attentati di Parigi si condensa in pochi minuti, sull’onda delle note che richiamano ed evocano il momento solenne che stiamo vivendo.

Sono partito in fretta e furia da Brescia, facendo saltare appuntamenti, pur di esserci in questo lunedì pomeriggio, nel quale anche noi, rappresentanti del popolo italiano, abbiamo voluto rendere omaggio alla Francia, all’Europa, colpita con ferocia dal demone del terrorismo.

Non è un gesto inutile, non è una rappresentazione vacua.

Le istituzioni della Repubblica italiana si stringono al popolo francese, mostrano la solidarietà basata sull’amicizia, sulla comunanza di valori, sulla condivisione di un destino che ci riguarda tutti.

Bastano pochi istanti così per sentire tutto intero l’onore della nostra funzione.