La sessione di bilancio che sta per aprirsi, e che impegnerà il parlamento nelle prossime settimane, è di straordinaria importanza per consolidare e se possibile incrementare la ripresa economica che si è affacciata negli ultimi mesi.
Con un gruppo di autorevoli colleghi parlamentari abbiamo deciso di offrire un nostro contributo di riflessione, per dare qualche spunto ulteriore di valutazione e aiutare a intraprendere la direzione giusta.
Qui di seguito il nostro documento.
4 trampolini per la ripresa
La Legge di Stabilità 2016 deve contemplare azioni efficaci per 1) imprese e lavoro, 2) Mezzogiorno, 3) fasce deboli, 4) Enti Locali
Prodotto Interno Lordo rivisto al rialzo, con valori vicini all’1%. Produzione, valore dell’export, consumi, numero degli occupati e accensione di mutui per la casa in crescita. Gli indicatori sono tutti positivi dopo anni di crisi e si vedono i primi risultati dell’azione portata avanti dal Governo Renzi. E’ in questo contesto che deve essere predisposta la Legge di Stabilità 2016.
Anche sulla base di tali evidenze, ribadiamo il sostegno alla stagione delle riforme di sistema promosse dal Governo e dal Parlamento. Giudichiamo inoltre positivamente l’intenzione espressa di procedere a una sensibile diminuzione del carico fiscale con un programma triennale che parte dalla tassazione sulla prima casa, passa per la riduzione dell’IRES e arriva alla diminuzione dell’IRPEF, provvedendo al contempo alla neutralizzazione delle clausole di salvaguardia. Occorre, di conseguenza, realizzare consistenti e significativi risparmi attraverso una efficace ed efficiente razionalizzazione della spesa pubblica, anche con l’introduzione dei costi standard.
Questo programma ambizioso comporta che nella Legge di Stabilità 2016 siano contemplate misure di sostegno alla ripresa economica e di attenzione alla coesione sociale. Alcune azioni che riteniamo efficaci per il sostegno a lavoro e imprese sono:
proseguire nella decontribuzione del contratto a tutele crescenti per evitare possibili contraccolpi sul positivo andamento dell’occupazione stabile a tempo indeterminato e dare certezza regolatoria alle imprese;
rafforzare le facilitazioni fiscali ai contratti aziendali di produttività, prevedendo incentivi per il welfare aziendale e per le pratiche di partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori nel miglioramento dell’organizzazione aziendale;
aprire il percorso per l’introduzione di maggiore flessibilità in uscita verso la pensione, anche per favorire un opportuno ricambio generazionale privilegiando le categorie svantaggiate (ad esempio lavoratrici e lavoratori in età avanzata che rimangono senza occupazione e non hanno copertura degli ammortizzatori sociali) senza al contempo smontare l’attuale assetto;
visti gli eccellenti risultati ottenuti dalle start-up, dalle PMI innovative e da formule come il “patent box”, riproporre il sostegno, attraverso il credito d’imposta, alle attività di ricerca (occorre estendere le facilitazioni oltre all’incremento differenziale delle spese di personale coinvolto nella ricerca al sistema globale della spesa in R&D interna e a quella derivante da attività condotte in collaborazione con enti pubblici e università);
valutare, all’interno del quadro regolatorio europeo, l’introduzione della digital tax, in particolare sulle società di vendita e di intermediazione commerciale , anche a seguito della recente sollecitazione dell’OCSE.
E’ poi chiaro che per l’Italia il rafforzamento della crescita passa anzitutto dal recupero del divario tra il Mezzogiorno e le altre aree del Paese. Tale divario è drammaticamente cresciuto nel periodo della crisi e della recessione, anche se non mancano risorse umane e progetti d’impresa capaci di competere. Per sfruttare queste opportunità occorre elaborare velocemente una strategia fondata sugli assi del rafforzamento del capitale sociale e del rinnovamento delle politiche di sviluppo territoriale, a partire dall’agibilità di adeguati spazi di cofinanziamento dei progetti europei.
Riteniamo anche che non si possa rimandare un’azione concreta per il sostegno alle fasce deboli della società, partendo dai minori bisognosi. Una società avanzata non può accettare sacche di povertà economica, culturale e sociale nelle nuove generazioni.
Infine ribadiamo la necessità di provvedimenti importanti e attesi per il sistema degli Enti Locali. Bisogna offrire, in particolare ai Comuni, la possibilità di essere motori del cambiamento, rendendo la Pubblica Amministrazione realmente più vicina ai cittadini, più moderna ed efficiente, dotata di un sistema fiscale locale più equo. Crediamo sia necessario:
istituire la Local Tax e recuperare l’autonomia tributaria dei Comuni;
superare il Patto di Stabilità per quanto riguarda le spese per investimenti e sicurezza;
incentivare le associazioni fra Comuni allentando o eliminando il Patto di Stabilità per i Comuni che si uniscono;
defiscalizzare le aree montane e di confine grazie ai fondi europei del Por Fers.
In generale, le istanze dei Comuni devono essere parte integrante della nuova Legge di Stabilità per completare la trasformazione del sistema istituzionale del Paese.
Alfredo Bazoli, Gianluca Benamati, Marco Bergonzi, Enrico Borghi, Piergiorgio Carrescia, Paolo Cova, Carlo Dell’Aringa, Michele Nicoletti, Ernesto Preziosi, Francesco Prina, Paolo Rossi, Angelo Senaldi, Luigi Taranto, Mino Taricco, Giorgio Zanin